Pubblicità e tv,manie
Secondo l'Ocse,"il settore televisivo resta dominato da società statali e da una società privata",scrive nel rapporto Going for Growth,ed ha consigliato all'Antitrust italiano di "valutare il grado di competitività nei media tv".
Nel 2010 il 63% dei 3,8 miliardi spesi per la pubblicità in tv è finito nelle casse di Mediaset. La Rai si è accontentata del 23% e agli altri solo le briciole: il 6% per Sky e il 3,7% per La7.
Lo scorso anno lo share medio di Viale Mazzini, per l'intera giornata, è arrivato al 41,3%, per il gruppo della famiglia Berlusconi si è fermato al 37,6%. Certo a Mediaset interessa il target commerciale (15-64 anni), ma anche in questo caso lo share non supera il 40%.
Dati che fanno stridere se uno vuole avere una tv di qualità.L'informazione dovrebbe essere padrona della tv,ormai spadroneggiata da reality,pubblicità e programmi di cultura in seconda serata.
I programmi di attualità,vengono spesso crtiticati,per la par condicio,si dice che sono a senso unico,mentre chi ha una società privata o controlla la Rai,non è la stessa cosa ?
LA Rai,detta pubblica,è controllata dai politci;Mediaset,è in proprietà di un magnate televisivo.
La7 e Sky,sembrano meno dominate da questo controllo.
Secondo Screen Digest, in Spagna, Telecinco raccoglie il 33% della pubblicità seguita da Antena 3 che arriva al 27%; in Gran Bretagna ITV ha il 45% del mercato e Channel Four il 23%; in Germania Prosieben arriva al 43%, tallonata da Rtl al 41%; in Francia Tf1 è leader con il 49% degli investimenti, mentre M6 si accontenta del 23%. Insomma in nessun Paese del Vecchio Continente c'è qualcuno in grado di raccogliere più della metà della spesa in televisione.
Certo,una società televisiva deve costruire un organico di programmi,ma questi programmi,dovrebbero dare il buon esempio,non il contrario.
Il caso del reality è uno,spesso incapace di cambiare quello che succede,per scordare quello della realtà.
Altro dato:Nel 2010 c’è stato il 60% in più di violazioni nei programmi televisivi in rapporto alla tutela dei minori. E’ quanto si rileva dal Rapporto annuale realizzato dal Comitato Media e Minori .
Per quanto riguarda,l'educazione,i media possono fare il bello ed il cattivo tempo,seguendo ,spesso, i valori della società,che siano sbagliati o giusti.
Si dovrebbe seguire quelli giusti,cercare di insegnare il rispetto,la diversità,l'unicità,il tempo allo studio.
L'importanza dello studio,dello sport,del rispetto degli altri è importante.
Nella tv di adesso,purtroppo,si seguono i canoni della bellezza,del consumismo,per sconvolgere le menti.
Servirebbe una tv diversa,per crescere ed salvarci dal pantano dei valori decadenti.
Secondo l'Ocse,"il settore televisivo resta dominato da società statali e da una società privata",scrive nel rapporto Going for Growth,ed ha consigliato all'Antitrust italiano di "valutare il grado di competitività nei media tv".
Nel 2010 il 63% dei 3,8 miliardi spesi per la pubblicità in tv è finito nelle casse di Mediaset. La Rai si è accontentata del 23% e agli altri solo le briciole: il 6% per Sky e il 3,7% per La7.
Lo scorso anno lo share medio di Viale Mazzini, per l'intera giornata, è arrivato al 41,3%, per il gruppo della famiglia Berlusconi si è fermato al 37,6%. Certo a Mediaset interessa il target commerciale (15-64 anni), ma anche in questo caso lo share non supera il 40%.
Dati che fanno stridere se uno vuole avere una tv di qualità.L'informazione dovrebbe essere padrona della tv,ormai spadroneggiata da reality,pubblicità e programmi di cultura in seconda serata.
I programmi di attualità,vengono spesso crtiticati,per la par condicio,si dice che sono a senso unico,mentre chi ha una società privata o controlla la Rai,non è la stessa cosa ?
LA Rai,detta pubblica,è controllata dai politci;Mediaset,è in proprietà di un magnate televisivo.
La7 e Sky,sembrano meno dominate da questo controllo.
Secondo Screen Digest, in Spagna, Telecinco raccoglie il 33% della pubblicità seguita da Antena 3 che arriva al 27%; in Gran Bretagna ITV ha il 45% del mercato e Channel Four il 23%; in Germania Prosieben arriva al 43%, tallonata da Rtl al 41%; in Francia Tf1 è leader con il 49% degli investimenti, mentre M6 si accontenta del 23%. Insomma in nessun Paese del Vecchio Continente c'è qualcuno in grado di raccogliere più della metà della spesa in televisione.
Certo,una società televisiva deve costruire un organico di programmi,ma questi programmi,dovrebbero dare il buon esempio,non il contrario.
Il caso del reality è uno,spesso incapace di cambiare quello che succede,per scordare quello della realtà.
Altro dato:Nel 2010 c’è stato il 60% in più di violazioni nei programmi televisivi in rapporto alla tutela dei minori. E’ quanto si rileva dal Rapporto annuale realizzato dal Comitato Media e Minori .
Per quanto riguarda,l'educazione,i media possono fare il bello ed il cattivo tempo,seguendo ,spesso, i valori della società,che siano sbagliati o giusti.
Si dovrebbe seguire quelli giusti,cercare di insegnare il rispetto,la diversità,l'unicità,il tempo allo studio.
L'importanza dello studio,dello sport,del rispetto degli altri è importante.
Nella tv di adesso,purtroppo,si seguono i canoni della bellezza,del consumismo,per sconvolgere le menti.
Servirebbe una tv diversa,per crescere ed salvarci dal pantano dei valori decadenti.
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