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domenica 3 aprile 2011

Politica da rissa,Montezemolo si arrabbia

03-04-2011
Editoriale n.32
Politica da rissa,Montezemolo si arrabbia
Siamo alle solite. Quando si deve decidere qualcosa,ecco la guerriglia partigiana definita dal presidente della repubblica.
Quando si doveva decidere  il processo breve,ecco che alcuni minstri non erano a votare,e quando Fini,stava per chiudere le votazioni,ecco vedere i ministri correre per raggiungere il posto.
Risultato pari,emendamento rinviato per settimana prossima ed ecco aperta la rissa da bar.
 LAnci di monetine,un giornale contro Fini,il tesserino di Alfano contro Di pietro.
Fuori alcuni protestano perchè il giorno prima il pdl voleva far passare prima la discussione del processo breve. Roba da matti.
La Russa dice che l'opposizione aumenta le polemiche,contro risposta ovviamente pronta.
Seduta sospesa.Napolitano,rientrato negli Usa,ha colloquiato a persona con i capo gruppo dei partiti,dicendogli:Così non si va avanti. Un monitoraggio ampio,forse elezioni.
Frasi di raccordo ,ovvio da parte dei capigruppo. Per la Lega,Fini deve dimettersi. Per qualcuno,il mointo di Napolitano è di "scioglimento possibile delle camere",si dice.Già il 3 febbraio ,Napolitano aveva mandato un monito per le paralisi delle camere.Il premier indica che il monito del capo dello stato non è di ultimatum e che il governo è solido.Per Montezemolo il paese è senza baricentro nè meta,la seconda repubblica è un disastro. Montezemolo parla delle troppe tasse,che il "pd è dilaniato di dibattiti interni infiniti. La lega,nata per tagliare la Burocrazia,difende ogni poltrona su cui può mettere le mani.".
Bossi dice che i La Russa doveva star zitto.Tutto questo mentre Berlusconi promette che entro 60 ore l'isola di Lampedusa non avrà più immigrati ed che costruirà un casinò e dei campi da golf.
Robe da matti,in Italia,riusciamo a rovinarci da soli. Ecco gli isolani stufi,le tendopoli che le regioni che non vogliono. Molti fuggono per la Francia,anche se la Francia li rifiuta. ALtra promessa di Berlusconi,che ci saranno un piano per fognature ed elettricità ed una moratoria fiscale,bancario ed previdenziale. Purtroppo,però solo il premier francese dice che l'emergenza immigrati è una questione europea. L'Italia vorrebbe la collaborazione del governo nuovo di Tunisi,ma da lì dicono che non ci sono intese. Così la zavorra sta rimarendo nostra.
"Siamo solidali con l'Italia sulle ondate migratorie.Dobbiamo rafforzare insieme la sorveglianza delle coste e deve scattare una solidarietà finanziara dell'Europa con l'Italia.Dopo essere stati sorpresi da tunisia ed Egitto,in Libia c'èra l'urgenza politica di evitare che si fermasse un fenomeno che sta cambiando in meglio l'insieme del mondo arabo. Il pretesto patriottistico economico francese non corrisponde alla realtà.Nel caso della PArmalat ci guardiamo dall'intervenire.Osserviamo che Lactalis è molto impiantata in Italia". dice il premier Fillon.
Altro news dal premier,che ha comprato una villa da un barone e commenta:"Sono uno di voi. Se vi deludo,imbrattatela". Poi un 'altra perla sulla sinistra:"Così la sinstra potrà dire che ho un conflitto di interessi.".
Il piamo immigrati inizia,forse. Uno lascia,il sottosegretario dell'interno leccese,visti aumentare i numeri,si è dimesso.
Altro che unità di governo.Paolo Tommasino,sindaco di MAnduria,si è dimesso,sentitosi preso in giro.Il governo di Tunisi,ha risposto che vuole soldi per trattenere i giovani . Il governo tunisino vuole anche motovedette e rimpatri graduali.Lunedi,il premier parlerà a Tunisi col governo per discutere di questo.
 Domenica,il premier ha parlato dei giudici:"la politica è impotente e messa all'angolo da un potere che non gode della legittimità popolare: i cittadini in democrazia devono avere il diritto di decidere il proprio futuro. Per questo sono necessarie, indispensabili e non rinviabili le riforme, da quelle istituzionali a quella della giustizia a quella tributaria".

"Anche oggi il governo non ha perso occasione per rafforzare la sua strategia eversiva fatta di intimidazioni e stravolgimenti della legalità costituzionale. Una strategia confermata da innumerevoli, ossessive battute, violente e volgari, di Silvio Berlusconi e adesso anche dalla discesa in campo dei ministri Angelino Alfano e Mariastella Gelmini. Quando un regime vacilla è il momento dei pretoriani, che aggrediscono i dissidenti, le istituzioni di garanzia e i magistrati e tentano anche di invocare ed eccitare piazze ormai dissolte di sostenitori" afferma in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando.
In lIbia continua la guerra,alcuni dicono che i figli del Rais stanno trattando un uscita ragionevole,ci sarebbero defezioni nel regime importanti,ma la guerra,tra bombardamenti ed combattimenti,va avanti.
Si parla di Egitto,dove Mubarak,potrebbe aver lasciato Sharm per la Germania,anche se sono notizie non confermate.Manifestazioni in Yemen,con morti e feriti,contro il regime di Saleh.
Negli Usa,in Florida c'è stato un attentato ,dove è stato bruciato il corano dal pastore evangelico Wayne  Sapp,processandolo . LA risposta arriva dal Mullah -I-sharif,che avrebbe chiesto vendetta ai fedeli,sparando a dei funzionari dell'ONU.
Perchè processare il Corano ?Perchè uccidere delle persone ?
Un mondo alla rovescia,il rispetto per le altre religioni viene a volte dimenticato.
Obama ha detto:"Rogo del Corano atto di intolleranza".
Concludo con dei moti dei pacifisti.
La guerra non si può umanizzare. Si può solo abolire" scandiscono quelli di Emergency citando Albert Einstein e il suo manifesto contro la guerra. Chiedendo al governo "il rispetto dell'articolo 11 della Costituzione, secondo cui l'Italia ripudia la guerra". Sul palco di piazza Navona con il fondatore di Emergency Gino Strada ci sono Moni Ovadia, Vauro Senesi, Amanda Sandrelli, Frankie Hi-Nrg e Dario Vergassola. Mentre sul web l’appello è stato sottoscritto da 20mila cittadini. Tra i tanti Carlo Rubbia, Luigi Ciotti, Renzo Piano, Maurizio Landini, Massimiliano Fuksas, Luisa Morgantini, Lella Costa, Riccardo Scamarcio, Valeria Solarino, Vittorio Agnoletto, Paolo Beni e Alex Zanotelli.
Quando si bombarda si chiama guerra - dice Strada - poi si possono utilizzare tutti gli aggettivi ma rimane sempre una guerra. Il problema non è cosa si può fare ora ma cosa si poteva fare in questi anni". "Alle armi - continua il fondatore di Emergency - non si può mai dire di sì così come di fronte a chi fugge dalla guerra per noi non esistono differenze: non ci sono né clandestini, né immigrati, né profughi ma solo persone da accogliere e da aiutare".








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