musei montermartini

musei montermartini

mercoledì 27 aprile 2011

Il bluff del Nucleare

Il Bluff del Nucleare

Il bluff è svelato. Silvio Berlusconi,durante l'incontro con Sarkozy,per i problemi dell'immigrazione e sulla Parmalat,parla del Nucleare.In un paese dove ci sono una trentina di centrali nucleari,il premier parla che la moratoria è stata fatta per evitare il referendum,visto che in questo momento la gente ha paura,dopo i fatti di Fukushima.Se adesso si voterebbe,il nucleare non avrebbe vita,conclude il premier. Se ne parlerà,tra due anni,quando i referendum di adesso varebbero carta straccia.
In ballo ci sono contratti dell'Enel con l'azienda francese che si occupa del Nucleare,e che l'energia nucleare è l'energia più pulita.
Tira in ballo la sinistra,che parla di truffa per scippare il voto.
Ma parliamo di affari. Gli investimenti in Italia per il nucleare sarebbero 16-20 miliardi(4-5 a reattore),che coprirebbero il 12-13 % del fabbisogno energetico italiano grazie a1 1600 megawatt di potenza di ciascuno dei reattori di modello Epr. Impianti di " terza generazione avanzata",che Enel ed Epr stanno già costruendo in Francia.  Una scommessa,anche se i costi in Finlandia,fanno vedere che questa energia ha tante di quelle problematiche,che in Italia,non si stanno come risolvere.
Nel 2009,ecco uno scontro tra la società finlandese ed francese.
Il nuovo impianto nucleare Epr finlandese, in tre anni ha prodotto atti giudiziari, ritardi e un danno al contribuente per 3,5 miliardi di euro. La società costruttrice francese Areva e l'azienda finlandese per l'energia TVO sono ai ferri corti per la costruzione del nuovo impianto nucleare di Olkiluoto in Finlandia. Ne dà notizia il principale giornale economico finlandese Kauppalehti, la società costruttrice francese Areva ha dichiarato di voler procedere per vie legali contro la committente TVO. Le due società si stanno infatti incolpando l'un l'altra dei ritardi: l’impianto Epr (Olkiluoto 3), che doveva essere consegnato nel 2009, non sarà consegnato nemmeno nel 2011, avendo accumulato 3 anni di ritardo nei primi 3 anni di cantiere. Secondo la CEO di Areva Anne Lauvergon, TVO non ha eseguito le procedure di accelerazione che erano state concordate nel giugno 2008, mentre ha impiegato un anno per l’approvazione dei documenti di costruzione rispetto ai due mesi precedentemente concordati. Per cui Areva ha deciso di chiedere a TVO per via giudiziale 2 miliardi e mezzo di euro. Inoltre, secondo Areva, TVO pretenderebbe a sua volta dall’azienda francese 2,4 miliardi di euro per il ritardo. Areva stima che OL3 costerà 1,7 miliardi di euro in più rispetto ai 3,2 miliardi di euro stabiliti da contratto. L’anno scorso ha accantonato riserve per 749 milioni di euro per Olkiluoto 3, che hanno duramente impattato sull’utile di esercizio della società, riducendo il risultato di fine anno del 21%.

Una cosa è certa: comunque andrà a finire, gli ulteriori ritardi e costi peseranno non poco sulla bolletta dei cittadini finlandesi. Secondo la testata finlandese Kauppalehti gli utenti finali finlandesi si accolleranno almeno 3,5
miliardi di euro in più rispetto al passato.
La Finlandia ha anche una grossa fortuna per poter permettersi un nucleare più sicuro che in altri Paesi. Il sottosuolo è granitico, una roccia durissima e isolante. Nello stesso sito della centrale, scavato a quattrocento metri di profondità, vengono stoccate le scorie radioattive. Per perdere la radioattività ci impiegano anche un milione di anni. La legge finlandese impone che questo pericoloso materiale di scarto non esca dal Paese, ma che nemmeno ne entri dell'altro proveniente dall'estero. Una fortuna, quella di un sottosuolo naturalmente isolante, che non tutti i Paesi hanno.

In Finlandia il nucleare copre il 26% del fabbisogno energetico. Altre fonti vengono dal carbone, dalle biomasse e dall'eolico. Il petrolio è solo lo 0,6%, i finlandesi sono, insomma, indipendenti dall'oro nero
Veniamo alla Francia.
Il 1° febbraio 2011 EDF ha segnalato all'Autorità di Sicurezza Nucleare francese (ASN) che 34 reattori presentano rischi di malfunzionamento al sistema di raffreddamento di emergenza, che potrebbero avere delle conseguenze sulla sicurezza degli impianti coinvolti. Secondo il rapporto della ASN, “in situazione di incidente, per alcune taglie di falla nel circuito primario principale, l’iniezione di sicurezza ad alta pressione potrebbe non permettere di raffreddare sufficientemente il nocciolo del reattore” portando dunque alla sua fusione.Secondo alcuni commentatori è inquietante che un difetto così serio ai sistemi di sicurezza sia passato inosservato per 34 anni, cioè dall'entrata in esercizio (1977) dei primi reattori di questa tipologia.Il 17 febbraio 2011 EDF ha inoltre comunicato un ennesimo "problema" nell'impianto di Tricastin (già oggetto di fughe di uranio ed altri incidenti nel 2008), classificato al 2° livello della scala INES (difetti importanti ai sistemi di sicurezza). In relazione a tali eventi si è riscontrato che un totale di 19 reattori francesi presentano problemi di usura ai gruppi elettrogeni di emergenza, che dovrebbero alimentare i dispositivi di sicurezza del reattore in caso di incidente. Anche se i gruppi elettrogeni sono più d'uno, nel caso di 2 reattori della centrale di Tricastin tutti i gruppi elettrogeni presentavano contemporaneamente tale difetto, mettendo ovviamente a rischio l'impianto nel caso tali generatori avessero dovuto entrare in funzione. EDF ha comunicato che le riparazioni sono iniziate il 12 febbraio 2011, senza fermare i reattori: è pertanto ovvio che per un certo periodo essi sono rimasti privi di alimentazione d'emergenza. Tale problema era in realtà noto già dal 2009 ma non era stato affrontato in maniera risolutiva.
I costi dell'elettricità in Francia sono mediamente più bassi che in altre nazioni europee.

Va rilevato che l'approvvigionamento di minerali di uranio (tramite le miniere gestite dalla azienda statale Areva NC, principalmente in centro Africa e Niger), l'arricchimento, la produzione del combustibile e lo stoccaggio delle scorie sono -anche per ovvie ragioni di geopolitica e di sicurezza militare- gestite dallo Stato Francese e non gravano direttamente sulle bollette bensì sulla fiscalità generale. «La filiera nucleare francese è sotto lo stretto controllo dello stato ed è strettamente connessa con le attività militari relative all’arsenale atomico, non si può essere sicuri che il vero prezzo del kWh nucleare sia quello in borsa elettrica, i cittadini francesi potrebbero pagare (sotto forma di costi militari) nelle tasse, il cui livello è uno dei più alti al mondo, quello che i consumatori di energia elettrica risparmiano grazie al nucleare.»
La Corte dei Conti francese ha in più occasioni stigmatizzato la scarsa trasparenza in merito alle spese riguardanti il settore nucleare, sia per quanto riguarda lo smantellamento degli impianti che la gestione delle scorie. Da questo quadro emerge dunque che i minori costi presenti in bolletta vengono in realtà coperti mediante altre voci di bilancio, rientrando quindi nella fiscalità generale a carico dei cittadini francesi.
2009 un'inchiesta della rete televisiva di stato France3 ha mostrato che fra il 1945 ed il 2001 le 210 miniere d'uranio sul suo territorio (oggi esaurite) hanno prodotto 300 milioni di tonnellate di rifiuti radioattivi di tipo minerario (rocce da scavo contaminate ecc.) che sono stati abbandonati nelle campagne senza misure di protezione e senza sorveglianze particolari. Addirittura l'inchiesta ha evidenziato come una parte di tali materiali siano stati utilizzati per costruire strade, parcheggi, abitazioni, scuole e giardini.
In Italia,visto i rifiuti di Napoli,i rifiuti nucleari gioierebbero,mentre noi no.E'vero,siamo circondati:1 in Slovenia,58 in Francia,17 in Germania,32 in russia.
MA quali sono i costi reali ?
Tempi di costruzione,smantellamento,mantenimento,riparo delle scorie,uso dell'acqua,ricavo del materiale. Ma c'è una agenzia che copre l'assicurazione sulle centrali ?
Se succede un incidente,paga l'ambiente e gli esseri umani,per dei profitti di qualcuno ?
Uno studioso francese,Schneider,dice:""A Fukushima - spiega - la situazione è un incubo, i tecnici giapponesi sono andati avanti improvvisando, non avevano nessuna preparazione per un evento del genere: prima hanno cercato di proteggere le strutture, poi si sono decisi a provare a raffreddarli con l'acqua, ma lo hanno fatto troppo tardi e troppo a lungo". "Un mio amico, un ingegnere locale, mi ha detto: 'Su queste cose il Giappone è un paese del Terzo Mondo'. E la sua - sottolinea Schneider - non era una battuta".
Quanto alle conseguenze sull'occupazione, il giudizio è ancora più netto: "L'impatto sarebbe minimo: quella nucleare è un'industria che genera pochi posti di lavoro, o per brevi periodi - come nel caso della costruzione delle centrali - o molto costosi".

Schneider contesta l'importanza del nucleare per lo sviluppo: "In Francia abbiamo lanciato il programma nucleare nel 1974 dopo lo choc della crisi petrolifera: eppure nel 1973 il petrolio copriva solo il 20% dei nostri consumi di elettricità". Ma questa scelta, è la sua obiezione, "ha avuto un duplice effetto: il primo è che abbiamo iniziato a esportare energia a basso prezzo, il secondo è che siamo diventati un'economia ad alto consumo di elettricità, con un forte sviluppo di riscaldamento prodotto da questo tipo di energia. Il risultato è che da qualche tempo abbiamo ricominciato a importare elettricità dalla Germania''.
Quanto al futuro, il timore di Schneider "è che non abbiamo ancora visto il peggio. A Fukushima ci sono 35 tonnellate di combustibile ma se consideriamo il sito francese di La Hague, dove l'Italia ha inviato le sue scorie nucleari, è come se ci fossero 100 reattori. E cosa succederebbe se un aereo fosse lanciato contro questo deposito?".
LA parola sicurezza con un materiale instabile,mi pare,una battuta di cattivo gusto.
Ricordarsi dell'eolico,del solare,geotermico,biomasse,biogas,rifiuti(se usati bene),ecc. ,possono salvare il pianeta,sopratutto con la ricerca,se sostenuta veramente.












Nessun commento:

Posta un commento