Volevo riportarvi dei discorsi fatti dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,che mi sembrano profondi.
Prima del Nabucco,il presidente ha detto:"se fossimo rimasti come nel 1860, divisi in 8 Stati senza libertà e sotto il dominio straniero, saremmo stati spazzati via dalla storia".
Dopo le visite al Vittoriano e alla Basilica di Santa Maria degli angeli,ecco le dichiarazioni delle alte cariche dello stato.
Dopo i discorsi di Gianfranco Fini ("vivere il 17 marzo come festa nazionale è un dovere civile per tutti gli italiani dalla vetta d'Italia a Lampedusa") e Renato Schifani (che rivolge un omaggio al capo dello Stato: "il paese - dice - si riconosce nelle parole e nell'esempio del suo primo cittadino") sull'Unità d'Italia, è stata la volta del capo dello Stato, che in circa mezz'ora ha offerto una panoramica di tutti gli aspetti cruciali del processo di unificazione nazionale e dell'attualità istituzionale, evitando quello che ha definito "l'orrore della retorica", ma al tempo stesso ammonendo rispetto ai rischi di "fuorvianti clamorosi semplicismi come quello dell'immaginare un possibile arrestarsi del movimento per l'Unità poco oltre un limite di un Regno dell'Alta Italia".
Poi, passaggi dedicati alla disoccupazione giovanile ("prospettive drammatiche", denuncia), alla Costituzione ancora "valida", a un federalismo giusto che "rafforzi l'unità" del paese, al sud che merita più attenzione. E l'invito a tutte le istituzioni, che mostrino più "umiltà". Infine, un appello: per salvare l'Italia basta irresponsabilità. "La condizione della salvezza comune, del comune progresso" dell'Italia, dice Napolitano, impone a tutti la promozione di "un forte cemento nazionale unitario, non eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità". Forse è questo l'unico riferimento velato alla Lega, un argomento che anche dopo la cerimonia Napolitano ha preferito non affrontare direttamente. "Non ho fatto il conto, chieda a loro", ha risposto il capo dello Stato a un cronista che gli ha chiesto, dopo la seduta, di commentare la presenza di soli 5 leghisti. Saluta l'aula dicendo "viva l'Italia" .
Oggi,era a Torino.
. Napolitano ha voluto sottolineare che "al di là dei cambiamenti di direzione politica della regione Piemonte" il nutrito programma per l'Unità è stato condotto a termine nella sua interezza. "Va a vostro onore", ha detto rivolto al sindaco e al governatore. Poi ha reso omaggio anche a Roma, nel suo ruolo storico e anche nel suo essere stata all'altezza delle celebrazioni per i 150 anni. E ad Alemanno ha riconosciuto il merito delle "bellissime e commoventi iniziative" svoltesi ieri dal Gianicolo all'Ara Coeli. "C'era tanta gente col tricolore", ha dertto, "che aveva riscoperto qualcosa". Dobbiamo "riscoprire il patrimonio storico e ideale del Risorgimento" a lungo "poco studiato, e poco sentito.
"Non possiamo rimanere indifferenti - ha detto Napolitano - alla compressione di fondamentali diritti umani in qualsiasi paese. Non possiamo lasciare che vengano distrutte, calpestate le speranze che si sono accese di un Risorgimento anche nel mondo arabo. Mi auguro che le decisioni da prendere siano circondate dal massimo consenso".
Immancabili,fischi ad delegati della Lega.
L'Unità d'Italia va ricordata,con le varie problematiche sociali,economiche,che ci sono ancora.
Ricordarsi la lotta dei vari protagonisti,da Garibaldi,I Savoia,Vittorio Emanuele II,Napoleone,ecc...
Loro ci hanno insegnato che per ottenere qualcosa si deve combattere. La classe politica ai tempi era migliore di adesso?
Non facciamo giudizi.
Noi,come paese,abbiamo meno anni di Spagna,Francia,Gran Bretagna. Abbiamo talento,cultura ed tanta.
Ma purtroppo non la usiamo.
Prima del Nabucco,il presidente ha detto:"se fossimo rimasti come nel 1860, divisi in 8 Stati senza libertà e sotto il dominio straniero, saremmo stati spazzati via dalla storia".
Dopo le visite al Vittoriano e alla Basilica di Santa Maria degli angeli,ecco le dichiarazioni delle alte cariche dello stato.
Dopo i discorsi di Gianfranco Fini ("vivere il 17 marzo come festa nazionale è un dovere civile per tutti gli italiani dalla vetta d'Italia a Lampedusa") e Renato Schifani (che rivolge un omaggio al capo dello Stato: "il paese - dice - si riconosce nelle parole e nell'esempio del suo primo cittadino") sull'Unità d'Italia, è stata la volta del capo dello Stato, che in circa mezz'ora ha offerto una panoramica di tutti gli aspetti cruciali del processo di unificazione nazionale e dell'attualità istituzionale, evitando quello che ha definito "l'orrore della retorica", ma al tempo stesso ammonendo rispetto ai rischi di "fuorvianti clamorosi semplicismi come quello dell'immaginare un possibile arrestarsi del movimento per l'Unità poco oltre un limite di un Regno dell'Alta Italia".
Poi, passaggi dedicati alla disoccupazione giovanile ("prospettive drammatiche", denuncia), alla Costituzione ancora "valida", a un federalismo giusto che "rafforzi l'unità" del paese, al sud che merita più attenzione. E l'invito a tutte le istituzioni, che mostrino più "umiltà". Infine, un appello: per salvare l'Italia basta irresponsabilità. "La condizione della salvezza comune, del comune progresso" dell'Italia, dice Napolitano, impone a tutti la promozione di "un forte cemento nazionale unitario, non eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità". Forse è questo l'unico riferimento velato alla Lega, un argomento che anche dopo la cerimonia Napolitano ha preferito non affrontare direttamente. "Non ho fatto il conto, chieda a loro", ha risposto il capo dello Stato a un cronista che gli ha chiesto, dopo la seduta, di commentare la presenza di soli 5 leghisti. Saluta l'aula dicendo "viva l'Italia" .
Oggi,era a Torino.
. Napolitano ha voluto sottolineare che "al di là dei cambiamenti di direzione politica della regione Piemonte" il nutrito programma per l'Unità è stato condotto a termine nella sua interezza. "Va a vostro onore", ha detto rivolto al sindaco e al governatore. Poi ha reso omaggio anche a Roma, nel suo ruolo storico e anche nel suo essere stata all'altezza delle celebrazioni per i 150 anni. E ad Alemanno ha riconosciuto il merito delle "bellissime e commoventi iniziative" svoltesi ieri dal Gianicolo all'Ara Coeli. "C'era tanta gente col tricolore", ha dertto, "che aveva riscoperto qualcosa". Dobbiamo "riscoprire il patrimonio storico e ideale del Risorgimento" a lungo "poco studiato, e poco sentito.
"Non possiamo rimanere indifferenti - ha detto Napolitano - alla compressione di fondamentali diritti umani in qualsiasi paese. Non possiamo lasciare che vengano distrutte, calpestate le speranze che si sono accese di un Risorgimento anche nel mondo arabo. Mi auguro che le decisioni da prendere siano circondate dal massimo consenso".
Immancabili,fischi ad delegati della Lega.
L'Unità d'Italia va ricordata,con le varie problematiche sociali,economiche,che ci sono ancora.
Ricordarsi la lotta dei vari protagonisti,da Garibaldi,I Savoia,Vittorio Emanuele II,Napoleone,ecc...
Loro ci hanno insegnato che per ottenere qualcosa si deve combattere. La classe politica ai tempi era migliore di adesso?
Non facciamo giudizi.
Noi,come paese,abbiamo meno anni di Spagna,Francia,Gran Bretagna. Abbiamo talento,cultura ed tanta.
Ma purtroppo non la usiamo.
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