musei montermartini

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lunedì 21 marzo 2011

Editoriale n.30

Editoriale n.30

Le ambiguità italiane

Dopo l'inizio dell'operazione" Odissea All'alba",la dichiarazione di GHheddaffi che indicava come traditori gli italiani e le paure  di Lampedusa,c'è un dietrofront dell'Italia diplomatica.
All'Italia non va bene che le operazioni le commandino gli Usa,che hanno risposto che passerano il commando tra qualche giorno,e che il commando passi alla Nato.
Silvio Berlusconi è tornato a ribadire che "per noi è essenziale la chiara definizione della missione limitata alla no fly zone, all'embargo, alla protezione di civili", così come il fatto che "il comando operativo passi alla Nato" o comunque "un coordinamento diverso da quello che c'è oggi".

In caso contrario, aveva chiarito in precedenza Frattini, "dovremo studiare un modo perchè l'Italia assuma la responsabilità del controllo delle proprie basi". Il ministro aveva poi aggiunto che "l'Italia sta lavorando perché fra domani e dopodomani la Nato assuma la guida delle operazioni. Se no faremo valere il principio secondo cui le responsabilità di tutti ricadono su tutti".
Un distinguo italiano,che è preoccupante.
Dalla Francia è venuto un freddo vento(stiamo con la risoluzione Onu),gli Usa hanno dichiarato che La Nato fornirà un aiuto al coordinamento della prossima fase delle operazioni militari in Libia. Lo ha detto a Santiago del Cile il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. "Voglio sottolineare il fatto che sarà una questione di giorni, non di settimane", ha aggiunto il presidente Usa .
L'aria è tesa,sembra che un caccia italiano abbia mitragliato,ed contravvenuto all'ordine italiano.
I giornalisti sono stati cacciati,poi riammessi alla base di Trapani.
Mentre il popolo libico,in favore di Gheddafffi,si sta armando,la rivolta e la guerra civile va avanti.
"Qualsiasi preoccupazione è pienamente legittima e va rispettata, ma non potevamo e non possiamo sottrarci alle nostre responsabilità rispetto alla crisi libica", ha detto il presidente della Repubblica all'Università dell'Insubria, in una terra in cui la Lega Nord ha forti consensi e la Lega è il partito che ha espresso le più forti riserve sull'intervento militare italiano. "L'Italia - ha spiegato il presidente della Repubblica - è un paese importante, un membro importante della comunità internazionale e dell'Alleanza Atlantica e non può non dare il suo contributo alla soluzione della crisi libica e alla riaffermazione del diritto di questi popoli, in questa fase storica, di veder riconosciuta la loro sete di libertà e di giustizia". Questo passaggio è stato sottolineato da un applauso.
Putin parla di crociata,c'è il rischio di freddezza tra Usa e Russia. La Norvegia si estrae finchè non ci sarà chiarezza.
A proposito di Italia,il rischio italiano con la Libia e di questioni economiche. Abbiamo venduto le armi al Rais,ci sono imprese come Eni,Finmeccanica,Unicredit,Edison e Grimaldi,Telecom e Alitalia.
Le partecipazioni a queste società sono state congelate,si ricordi i soldi dell'Italia per i torti del colonialismo italiano,per l'Autostrada dell'Amicizia.
A Torino,durante le manifestazioni dell'Unità,Berlusconi è stato fischiato.
E' degenerata la manifestazione davanti all'hotel Principi di Piemonte dove Silvio Berlusconi sta presentando ufficialmente la candidatura di Michele Coppola a sindaco per il Pdl e dove più tardi è in programma una cena elettorale alla quale partecipano 250 imprenditori piemontesi che hanno pagato per partecipare 500 euro a testa. La carica è arrivata improvvisa, da via Roma, dopo che da una parte della folla in strada era partito il lancio di oggetti e di bottiglie. I tafferugli sono durati pochi minuti, al termine dei quali i manifestanti si sono dispersi nelle vie del quartiere o hanno formato altri raggruppamenti un po' più lontano gridando slogan all'indirizzo della polizia.

Mentre è iniziato il processo Mills,senza Silvio,con manifestazioni pro-premier,ecco che continuano a venire immigrati e Lampedusa è ovviamente arrabbiata con le autorità. MAroni parla di emergenza,forse una cooperazione con altre nazioni sarebbe doveroso.
A Fukushima,i reattori 2 e 3 fanno vedere ancora vapore dalle vasche del combustibile,mentre per ,1,5,6 il sistema di elettricità è stato collegato.
Ovviamente,la radioattività fa distinguere tra prodotti e prodotti andati.
Il direttore generale dell'Aiea, il giapponese Yukiya Amano, di ritorno da una missione in Giappone, ha detto che, "senza dubbio", il suo Paese supererà la crisi verificatasi con gli incidenti alla centrale di Fukushima. In dichiarazioni ai giornalisti all'Aiea a Vienna, Amano si è altresì detto convinto che il nucleare continuerà a essere una fonte energetica valida per molti Paesi. Più diplomatico il parere dell'ambasciatore giapponese in Italia: "Bisogna avere una protezione, e costruire le centrali in maniera più protetta", ha detto Hiroyasu Ando, ricordando che in Giappone l'energia nucleare copre fra il 30% e il 40% del fabbisogno nazionale (da domani partirà di nuovo il blackout a rotazione in tutta l'area del Kanto, che include anche Tokyo, per la durata di circa 4 ore a partire dalle ore 6,20 del mattino).
Il Ministro Romani conferma che l'Europa farà i stress test entro il 2011.
L'Italia tra l'altro, ha precisato il ministro, "ha chiesto di accelerare al massimo". Inoltre, ha assicurato Romani, sulle condizioni di sicurezza del nucleare in Europa sarà garantita la massima informazione ai cittadini italiani. "Non so se prima del referendum faremo in tempo a dare le informazioni che ci aspettiamo - ha detto ancora - Ma cercheremo di fare in modo che i cittadini italiani siano informati al massimo livello possibile delle risultanze di questa ricerca che sarà fatta a livello europeo e condivisa da tutti i Paesi europei".
In Yemen,nella capitale Sana'a ci sono molti carri armati,nella zona presidenziale,dopo che alcuni sono passati all'opposizione.
Secondo Al Jazeera sono diversi i generali di alto rango unitisi al movimento di protesta contro il presidente Ali Abdallah Saleh, il cui regime si sta indebolendo sempre di più. Il generale Ali Mohsen Al Ahmar, capo carismatico dell'esercito e fratellastro di Saleh, ha annunciato oggi alla stampa la sua defezione: "Sosteniamo e proteggiamo i giovani che protestano a piazza dell'università a Sana'a", ha dichiarato il comandante della prima divisione blindata dell'esercito yemenita, il primo ufficiale di tale grado a passare con l'opposizione dopo che nel gennaio scorso è cominciato il movimento di protesta contro il regime.

Saleh,nonostante la situazione,dice che resterà e che il popolo è con lui.
Le proteste non risparmiano neppure la Siria, dove oggi migliaia di persone sono scese in strada a Deraa, nel Sud del Paese. Le forze armate stanno convergendo intorno alla città e si temono nuovi disordini e scontri. Migliaia hanno partecipato - scandendo slogan per la libertà - ai funerali di Raed al-Kerad, 23 anni, ultima vittima, domenica, della repressione da parte forze di sicurezza. A Deraa cinque persone sono rimaste uccise dall'inizio delle proteste. Il governo francese ha condannato le violenze e ha chiesto il rilascio dei manifestanti arrestati.
Egitto:vince il referendum col si,77 % della popolazione a votare. In base alle nuove norme si può essere eletti presidente per non più di due mandati di quattro anni ognuno. Il capo dello stato, in base al nuovo testo, è inoltre obbligato a nominare un vice, mossa che Mubarak, al potere per 31 anni, ha fatto solo a gennaio scorso, nominando il capo dell'Intelligence Omar Suleiman nel tentativo di sedare la rivolta. La riforma rende inoltre più semplice candidarsi alle elezioni presidenziali. Tre sono le possibilità indicate dal nuovo testo: il sostegno di 30 membri del parlamento, la raccolta di 30mila firme in almeno 15 governatorati rappresentativi di varie aree del paese, l'essere membro di un partito politico che ha almeno un rappresentante in parlamento. La commissione di esperti, per ora, non ha messo mano alle norme relative ai poteri del presidente, che per 31 anni hanno garantito, in pratica, l'onnipotenza a Mubarak. L'indicazione della commissione è che queste norme siano riscritte dopo le elezioni presidenziali e politiche, da parte del nuovo parlamento.

Notizia preoccupante per la cultura:Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, si è dimesso. La decisione sarebbe legata agli ulteriori tagli al settore. Carandini era stato nominato presidente del Consiglio superiore dei beni culturali dal ministro Sandro Bondi il 25 febbraio 2009 al posto del dimissionario Salvatore Settis. Quest'ultimo aveva poi lasciato l'incarico per dissenso sulla gestione e sulla tutela della politica culturale del governo. Carandini è professore ordinario dal 1980 e dal 1992 insegna archeologia presso l'Università di Roma La Sapienza ed è uno dei più illustri e autorevoli archeologi a livello internazionale.

Con la cultura si crea società,stile di vita adeguati. Non è il mangiare,ma è solito dire che l'Italia ha tanta cultura da vedere. Peccato che i governatori non sanno gestirla,la disintegrano.
Anche Muti,nel NAbucco del 14 marzo,aveva detto che la cultura non si uccide.
"tutto nasce dal fatto che la cultura è considerata marginale, non importante; questo offende sia persone che, come me, non hanno bisogno di lavorare in Italia, sia i nostri artisti che vengono visti come questuanti con la mano tesa per avere qualche spicciolo in mano. Io mi sento offeso come cittadino italiano. Gli artisti sono fondamentali, tant'è vero che la prima cosa che fanno le dittature è tappare la bocca alle menti pensanti. Non sto dicendo che da noi c'è la dittatura, ma fatta qualche eccezione come il presidente Napolitano i politici pensano che la cultura sia un passatempo inutile».
Siamo sicuri che in Italia si pensi al bene dei cittadini ?

















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