LA terra scotta
Uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters,i ricercatori dell'Università di washington,indicano che il riscaldamento del nostro pianeta è irreversibile:i danni che ha provocato l'uomo non potranno essere "riparabili". Anche se si riuscissero a eliminare del tutto l'inquinamento atmosferico causato da auto e scarichi industriali,le temperature rimarrebbero superiori a quelle del periodo pre-industriale:i gas serra potrebbero persistere per migliaia di anni. Ovviamente,non va presa come giustificazione per non far nulla,ma un input per gestire meglio le politiche ambientali,come dice Kyle Armour,che ha guidato lo staff di ricercatori.
Gli effetti che ha provocato l'uomo sono diversi.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha voluto sottolineare il ruolo fondamentale
che l’educazione riveste nel contesto della protezione ambientale e dello
sviluppo sostenibile, proclamando il Decennio dell’Educazione allo Sviluppo
Sostenibile (DESS) per il periodo 2005 – 2014 e affidandone la guida all’UNESCO.
Finalità del Decennio è quella di sensibilizzare governi e società civili di tutto il
mondo verso la necessità di un futuro più equo e armonioso, rispettoso del prossimo
e delle risorse del Pianeta e “mettere in grado ogni individuo, attraverso
l’educazione, di fornire un contributo allo sviluppo sostenibile”.
Per questo è necessaria un’alleanza forte, da parte di tutte le sedi deputate all’educazione,
intesa nel suo più ampio senso di percorso formativo che interessa
l’individuo lungo l’intero arco della vita: le scuole come le università, le istituzioni
come i centri di formazione professionale, le imprese come le associazioni,
fino ad arrivare ai media, al mondo artistico e culturale e ai momenti del tempo
libero. Dunque un’azione sinergica e sistemica tra tutti i soggetti, che direttamente
o indirettamente concorrono a determinare le competenze, i valori, i
comportamenti e la cultura di individui e collettività.
In Italia si è attivata nel 2005 la Commissione Nazionale Italiana (CNI) per
l’UNESCO, con la creazione di un Comitato nazionale per il Decennio, che riunisce
i principali protagonisti della cultura della sostenibilità in Italia, sia istituzionali
che non: Ministeri, Regioni, Agenzie ambientali, associazioni, rappresentanti
di categoria, enti di ricerca e formazione, reti di scuole, ONG, etc.
La campagna italiana per il Decennio rappresenta un’occasione molto importante
che può consentire di rilanciare con efficacia un processo educativo rivolto
a tutti i cittadini, adulti e bambini, potenziando quanto di buono in Italia già
esiste ed è stato fatto.
Lo sviluppo sostenibile va assunto come cultura mirata a costruire il cambiamento
nella società, nel suo rapporto con l’ambiente, con l’uso delle risorse planetarie,
con la fame nel mondo, con le diversità culturali, i diritti umani, con la
pace e la solidarietà, e nella concezione stessa dell’economia.
Lo Sviluppo Sostenibile si basa su tre dimensioni – ambientale, economica e sociale
– proponendo una visione di società più armoniosa, rispettosa del prossimo
e delle risorse del Pianeta.
Tutte le sfide della sostenibilità tra cui, in primo luogo, la questione dei cambiamenti
climatici, non sono unicamente relative al settore ambientale, ma hanno
pesanti ricadute anche sul sistema economico e sociale. Questi ultimi, infatti,
dipendono strettamente sia dalla disponibilità ed equa distribuzione delle risorse
naturali, sia dalla capacità degli ecosistemi di assorbire l’impatto delle attività
umane sull’ambiente.
Il capitale artificiale (i sistemi di produzione) e quello naturale (le risorse naturali)
sono fondamentalmente complementari. In proposito H. E. Daly, noto economista
sostenitore dello Sviluppo Sostenibile, afferma: «non si può costruire una
casa di legno con metà del legname necessario, anche se lo si sostituisce con un
maggior numero di attrezzi e falegnami».
Nelle attività umane i gas serra sono prodotti, principalmente, da:
- Ricorso a combustibili fossili (petrolio, carbone ecc.), impiegati, ad esempio
a scopo energetico, per il riscaldamento degli edifici, nei sistemi di
produzioni industriale e nei trasporti; essi sono i principali responsabili
dell’emissione in atmosfera di anidride carbonica (CO2);
- Processo di smaltimento dei rifiuti che produce metano (CH4);
- Utilizzo di fertilizzanti in agricoltura che generano protossido di azoto (N2O);
Su un pianeta più caldo gli oceani si espanderanno e il livello dei mari si innalzerà
in misura significativa.
Il livello dei mari potrebbe crescere tra 10 e 90 centimetri, sia a causa dello scioglimento
dei ghiacci polari, sia perché le acque più calde occupano un volume
maggiore; di conseguenza la geografia delle coste di tutti i continenti potrebbe
risultare profondamente stravolta, con grandi città come New York, Miami,
Rotterdam, Copenaghen, Bangkok e Venezia sommerse.
A causa dell’aumento delle temperature delle acque superficiali, marine ed oceaniche,
i cicloni tropicali diverranno più frequenti ed intensi, estendendosi anche alle
fasce marginali delle zone temperate, mentre i bacini chiusi delle medie latitudini,
come il Mediterraneo, potrebbero trasformarsi in veri e propri mari tropicali.
L’aumento della temperatura implicherà anche maggiori quantità di energia
all’interno dell’atmosfera.
La composizione e la distribuzione geografica di molti ecosistemi (foreste,
praterie, deserti, sistemi montani, laghi, zone umide, oceani, etc.) tenderanno
a trasformarsi a seconda di come le singole specie risponderanno ai cambiamenti
climatici.
Nella fase di trasformazione e di adattamento, probabilmente si perderà molta
della diversità biologica attualmente esistente.
I sistemi forestali potranno subire cambiamenti nella composizione delle specie,
con la scomparsa di interi tipi di foresta e l’insediamento di nuove associazioni
di specie vegetali, e dunque nuovi ecosistemi.
Il riscaldamento del clima innescherà processi di desertificazione nelle zone
temperate del Pianeta, minacciando gli organismi che, già oggi, vivono quasi al
limite della tolleranza al calore.
A causa della variazione del livello del mare, gli ecosistemi marino-costieri (le
paludi salmastre, mangrovie, zone umide costiere, spiagge sabbiose, scogliere
coralline, gli atolli, ed i delta fluviali) risulteranno seriamente danneggiati.
I cambiamenti climatici modificheranno l’attuale quadro mondiale di produzione
alimentare. Essa sarà maggiore alle alte latitudini, dove le condizioni
climatiche sono attualmente sfavorevoli mentre, diminuirà notevolmente alle
basse latitudini, soprattutto nella fascia tropicale e subtropicale.
Tenuto conto della distribuzione mondiale dei Paesi ricchi e dei Paesi poveri, i
cambiamenti climatici favorirebbero i primi, costringendo i secondi a condizioni
al di sotto della soglia di sopravvivenza.
A causa dei cambiamenti climatici è prevedibile un aumento della diffusione
di malattie, soprattutto tropicali. Temperature elevate, infatti, potrebbero
favorire l’esistenza di microrganismi, insetti o altri ospiti intermedi identificati
come portatori di malattie infettive (malaria, tenia, febbre gialla, alcuni encefaliti
virali, etc.).
Infine una maggiore frequenza di precipitazioni alluvionali favorirà la trasmissione
per contagio di malattie come la salmonellosi ed il colera.
Poiché i cambiamenti climatici produrranno un’accelerazione ed un’intensificazione
del ciclo globale dell’acqua, le risorse idriche regionali potrebbero
risultare gravemente compromesse. Paradossalmente ci sarebbe maggior quantità
d’acqua nelle zone dove attualmente le risorse idriche sono già abbondanti
e minor quantità d’acqua dove attualmente la carenza di risorse idriche è già un
grave problema.
La questione dell’emergenza idrica è gravissima: da tale risorsa dipende la sopravvivenza
di tutte le specie.
QUesti effetti includono un economia influenzata dalle risorse mancanti,dalle inflazioni,ai prezzi in aumento di beni primari,che soddisfano il bisogno alimentare delle famiglie povere.
Soluzioni ?
A partire dalla ricerca, bisogna incentivare
lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili e mirare alla
diversificazione delle fonti (solare fotovoltaico, biomasse, combustibili
d’origine vegetale, solare termico...).
Anche promozione per l’acquisto e l’uso di apparecchi
domestici a elevata efficienza energetica, utilizzo di sistemi di termoregolazione
automatica per i sistemi di riscaldamento e di accensione e
spegnimento degli impianti di illuminazione pubblica;
Riduzione della quantità complessiva di rifiuti conferita in discarica,
ottenuta attraverso la progressiva sostituzione di questo metodo di
smaltimento, la riduzione, il recupero e il riciclo dei rifiuti;
Forme di trasporto eco compatibili,maggior efficienza degli impianti industriali,incentivare l'agricoltura sostenibile con prodotti originali o con metodi moderni.
Ma ovvio che ci vogliono i fondi per incentivare sulle forme di energia rinnovabili,come la green economy che negli Usa si sta iniziando ad osservare.
L'energia solare,idrica,geotermica,biomasse(scarti artigianali,residui agricoli),idrica hanno bisogno di fondi,fiducia per poter produrre quanto le energie non rinnovabili fanno,ma come l'Uranio,il carbone,ed altri elementi non riproducibili,si deve incominciare ad non alzare i prezzi su queste energie rinnovabili,che possono allungare la vita al pianeta ed a noi.
Ovviamente,queste energie potrebbero evitate guerre per il petrolio,che si cerca di sostituire con altre forme,per evitare,che come la situazione libica,paesi o movimenti terroristici ,influirebbero sull'economia globale.
Si deve stare attenti a ridistribuire le ricchezze in modo omogeneo,non come adesso,piu ai ricchi,meno ai poveri.
A livello globale si può fare tanto,ma noi cittadini,che possiamo fare?
I 10 gesti da fare a lavoro...
1. Stampate e fotocopiate sia su carta riciclata che nell’impostazione
fronte - retro, promuovendo la raccolta in contenitori speciali per stampare
o scrivere bozze;
2. Sostituite le vecchie lampadine ad incandescenza con lampade a basso
consumo (Compatte Fluorescenti, CFL), oggi normalmente reperibili in
tutti i negozi;
3. Non tenete lampade accese inutilmente. Nei locali di passaggio o nelle
toilette accendete le lampade solo quando è effettivamente necessario;
4. Pulite regolarmente gli apparecchi di illuminazione: polvere e fumo si depositano
riducendo fino al 20% la quantità di luce normalmente emessa;
5. Quando il riscaldamento è acceso tenete le finestre chiuse ed evitate di
coprire i termosifoni con mobili o tende;
6. Regolate la temperatura dei condizionatori mantenendo una differenza
tra esterno ed interno non superiore ai 5 ˚C;
7. Evitate l’eccessivo riscaldamento dei locali schermando la radiazione solare
diretta (tende, tapparelle, etc.) nelle ore più calde;
8. Mobilità alternativa: adottate modalità di trasporto alternative per gli
spostamenti casa-lavoro (car pooling, cioè la condivisione dell’auto con
altri colleghi che abitano nella stessa zona). Questa soluzione permette
di avere molti vantaggi, sia in termini economici che di socializzazione;
9. Nell’utilizzo di dispositivi elettrici scegliete la modalità risparmio di energia
ed evitate lo stand-by collegando tutti gli apparecchi ad una presa
multipla e spegnendo l’interruttore della presa quando non li utilizzate;
10. Usate correttamente l’aria condizionata in auto: spegnete l’aria condizionata
un po’ prima di terminare il viaggio, risparmierete carburante e
limiterete lo sbalzo termico dannoso per la salute.
25
progetto grafico: Francesco Maria Copernico
... E a casa
1. Riscaldate la casa ad una temperatura non superiore ai 20 ˚C e fate
installare valvole termostatiche sui termosifoni: essi consentono una regolazione
del calore adeguata in ogni stanza;
2. Fate controllare periodicamente la caldaia. Una regolazione efficiente
del bruciatore riduce i consumi e le emissioni;
3. Isolate i cassonetti degli avvolgibili e applicate le guarnizioni al profilo
delle finestre in modo da limitare gli spifferi in casa ed evitare un inutile
spreco di energia;
4. Applicate ai rubinetti di lavandini e docce i rompigetto ed i regolatori
di flusso;
5. Preferite la doccia al bagno e non lasciate scorrere l’acqua inutilmente
(ad esempio chiudendo il rubinetto mentre vi lavate i denti);
6. Regolate il termostato dello scaldabagno su temperature intermedie (non
superiori ai 55 ˚C) e non tenetelo acceso se non ne fate un uso continuo;
7. Scegliete elettrodomestici a basso consumo (classe A o superiore), che consentono
consistenti risparmi energetici ed economici nel lungo periodo;
8. Utilizzate la lavatrice solo a pieno carico e selezionate temperature basse
per il lavaggio (40-60 ˚C);
9. Avviate la lavastoviglie solo a pieno carico (in ogni lavaggio i consumi di
elettricità, di acqua e di detersivo sono gli stessi indipendentemente dal
carico) ed evitate la fase di asciugatura;
10. Non lasciate le porte di frigoriferi e congelatori aperte più del necessario;
sbrinate regolarmente il congelatore: uno strato di brina superiore ai
5 mm funziona da isolante e fa aumentare i consumi.
Ultime considerazioni: A volte i soldi,gli interessi personali superano l'equilibrio ambientale,come gli edifici in terreni non idonei,la caccia ad animali importanti per gli ecosistemi,l'eccessivo uso di energia,ecc...,dobbiamo imparare assieme ad vivere con l'ambiente circostante,senza fregarci di chi ci sta attorno. o se no ,i Maya,tra date vere o che,hanno ragione che il mondo intero è in pericolo.
Uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters,i ricercatori dell'Università di washington,indicano che il riscaldamento del nostro pianeta è irreversibile:i danni che ha provocato l'uomo non potranno essere "riparabili". Anche se si riuscissero a eliminare del tutto l'inquinamento atmosferico causato da auto e scarichi industriali,le temperature rimarrebbero superiori a quelle del periodo pre-industriale:i gas serra potrebbero persistere per migliaia di anni. Ovviamente,non va presa come giustificazione per non far nulla,ma un input per gestire meglio le politiche ambientali,come dice Kyle Armour,che ha guidato lo staff di ricercatori.
Gli effetti che ha provocato l'uomo sono diversi.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha voluto sottolineare il ruolo fondamentale
che l’educazione riveste nel contesto della protezione ambientale e dello
sviluppo sostenibile, proclamando il Decennio dell’Educazione allo Sviluppo
Sostenibile (DESS) per il periodo 2005 – 2014 e affidandone la guida all’UNESCO.
Finalità del Decennio è quella di sensibilizzare governi e società civili di tutto il
mondo verso la necessità di un futuro più equo e armonioso, rispettoso del prossimo
e delle risorse del Pianeta e “mettere in grado ogni individuo, attraverso
l’educazione, di fornire un contributo allo sviluppo sostenibile”.
Per questo è necessaria un’alleanza forte, da parte di tutte le sedi deputate all’educazione,
intesa nel suo più ampio senso di percorso formativo che interessa
l’individuo lungo l’intero arco della vita: le scuole come le università, le istituzioni
come i centri di formazione professionale, le imprese come le associazioni,
fino ad arrivare ai media, al mondo artistico e culturale e ai momenti del tempo
libero. Dunque un’azione sinergica e sistemica tra tutti i soggetti, che direttamente
o indirettamente concorrono a determinare le competenze, i valori, i
comportamenti e la cultura di individui e collettività.
In Italia si è attivata nel 2005 la Commissione Nazionale Italiana (CNI) per
l’UNESCO, con la creazione di un Comitato nazionale per il Decennio, che riunisce
i principali protagonisti della cultura della sostenibilità in Italia, sia istituzionali
che non: Ministeri, Regioni, Agenzie ambientali, associazioni, rappresentanti
di categoria, enti di ricerca e formazione, reti di scuole, ONG, etc.
La campagna italiana per il Decennio rappresenta un’occasione molto importante
che può consentire di rilanciare con efficacia un processo educativo rivolto
a tutti i cittadini, adulti e bambini, potenziando quanto di buono in Italia già
esiste ed è stato fatto.
Lo sviluppo sostenibile va assunto come cultura mirata a costruire il cambiamento
nella società, nel suo rapporto con l’ambiente, con l’uso delle risorse planetarie,
con la fame nel mondo, con le diversità culturali, i diritti umani, con la
pace e la solidarietà, e nella concezione stessa dell’economia.
Lo Sviluppo Sostenibile si basa su tre dimensioni – ambientale, economica e sociale
– proponendo una visione di società più armoniosa, rispettosa del prossimo
e delle risorse del Pianeta.
Tutte le sfide della sostenibilità tra cui, in primo luogo, la questione dei cambiamenti
climatici, non sono unicamente relative al settore ambientale, ma hanno
pesanti ricadute anche sul sistema economico e sociale. Questi ultimi, infatti,
dipendono strettamente sia dalla disponibilità ed equa distribuzione delle risorse
naturali, sia dalla capacità degli ecosistemi di assorbire l’impatto delle attività
umane sull’ambiente.
Il capitale artificiale (i sistemi di produzione) e quello naturale (le risorse naturali)
sono fondamentalmente complementari. In proposito H. E. Daly, noto economista
sostenitore dello Sviluppo Sostenibile, afferma: «non si può costruire una
casa di legno con metà del legname necessario, anche se lo si sostituisce con un
maggior numero di attrezzi e falegnami».
Nelle attività umane i gas serra sono prodotti, principalmente, da:
- Ricorso a combustibili fossili (petrolio, carbone ecc.), impiegati, ad esempio
a scopo energetico, per il riscaldamento degli edifici, nei sistemi di
produzioni industriale e nei trasporti; essi sono i principali responsabili
dell’emissione in atmosfera di anidride carbonica (CO2);
- Processo di smaltimento dei rifiuti che produce metano (CH4);
- Utilizzo di fertilizzanti in agricoltura che generano protossido di azoto (N2O);
Su un pianeta più caldo gli oceani si espanderanno e il livello dei mari si innalzerà
in misura significativa.
Il livello dei mari potrebbe crescere tra 10 e 90 centimetri, sia a causa dello scioglimento
dei ghiacci polari, sia perché le acque più calde occupano un volume
maggiore; di conseguenza la geografia delle coste di tutti i continenti potrebbe
risultare profondamente stravolta, con grandi città come New York, Miami,
Rotterdam, Copenaghen, Bangkok e Venezia sommerse.
A causa dell’aumento delle temperature delle acque superficiali, marine ed oceaniche,
i cicloni tropicali diverranno più frequenti ed intensi, estendendosi anche alle
fasce marginali delle zone temperate, mentre i bacini chiusi delle medie latitudini,
come il Mediterraneo, potrebbero trasformarsi in veri e propri mari tropicali.
L’aumento della temperatura implicherà anche maggiori quantità di energia
all’interno dell’atmosfera.
La composizione e la distribuzione geografica di molti ecosistemi (foreste,
praterie, deserti, sistemi montani, laghi, zone umide, oceani, etc.) tenderanno
a trasformarsi a seconda di come le singole specie risponderanno ai cambiamenti
climatici.
Nella fase di trasformazione e di adattamento, probabilmente si perderà molta
della diversità biologica attualmente esistente.
I sistemi forestali potranno subire cambiamenti nella composizione delle specie,
con la scomparsa di interi tipi di foresta e l’insediamento di nuove associazioni
di specie vegetali, e dunque nuovi ecosistemi.
Il riscaldamento del clima innescherà processi di desertificazione nelle zone
temperate del Pianeta, minacciando gli organismi che, già oggi, vivono quasi al
limite della tolleranza al calore.
A causa della variazione del livello del mare, gli ecosistemi marino-costieri (le
paludi salmastre, mangrovie, zone umide costiere, spiagge sabbiose, scogliere
coralline, gli atolli, ed i delta fluviali) risulteranno seriamente danneggiati.
I cambiamenti climatici modificheranno l’attuale quadro mondiale di produzione
alimentare. Essa sarà maggiore alle alte latitudini, dove le condizioni
climatiche sono attualmente sfavorevoli mentre, diminuirà notevolmente alle
basse latitudini, soprattutto nella fascia tropicale e subtropicale.
Tenuto conto della distribuzione mondiale dei Paesi ricchi e dei Paesi poveri, i
cambiamenti climatici favorirebbero i primi, costringendo i secondi a condizioni
al di sotto della soglia di sopravvivenza.
A causa dei cambiamenti climatici è prevedibile un aumento della diffusione
di malattie, soprattutto tropicali. Temperature elevate, infatti, potrebbero
favorire l’esistenza di microrganismi, insetti o altri ospiti intermedi identificati
come portatori di malattie infettive (malaria, tenia, febbre gialla, alcuni encefaliti
virali, etc.).
Infine una maggiore frequenza di precipitazioni alluvionali favorirà la trasmissione
per contagio di malattie come la salmonellosi ed il colera.
Poiché i cambiamenti climatici produrranno un’accelerazione ed un’intensificazione
del ciclo globale dell’acqua, le risorse idriche regionali potrebbero
risultare gravemente compromesse. Paradossalmente ci sarebbe maggior quantità
d’acqua nelle zone dove attualmente le risorse idriche sono già abbondanti
e minor quantità d’acqua dove attualmente la carenza di risorse idriche è già un
grave problema.
La questione dell’emergenza idrica è gravissima: da tale risorsa dipende la sopravvivenza
di tutte le specie.
QUesti effetti includono un economia influenzata dalle risorse mancanti,dalle inflazioni,ai prezzi in aumento di beni primari,che soddisfano il bisogno alimentare delle famiglie povere.
Soluzioni ?
A partire dalla ricerca, bisogna incentivare
lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili e mirare alla
diversificazione delle fonti (solare fotovoltaico, biomasse, combustibili
d’origine vegetale, solare termico...).
Anche promozione per l’acquisto e l’uso di apparecchi
domestici a elevata efficienza energetica, utilizzo di sistemi di termoregolazione
automatica per i sistemi di riscaldamento e di accensione e
spegnimento degli impianti di illuminazione pubblica;
Riduzione della quantità complessiva di rifiuti conferita in discarica,
ottenuta attraverso la progressiva sostituzione di questo metodo di
smaltimento, la riduzione, il recupero e il riciclo dei rifiuti;
Forme di trasporto eco compatibili,maggior efficienza degli impianti industriali,incentivare l'agricoltura sostenibile con prodotti originali o con metodi moderni.
Ma ovvio che ci vogliono i fondi per incentivare sulle forme di energia rinnovabili,come la green economy che negli Usa si sta iniziando ad osservare.
L'energia solare,idrica,geotermica,biomasse(scarti artigianali,residui agricoli),idrica hanno bisogno di fondi,fiducia per poter produrre quanto le energie non rinnovabili fanno,ma come l'Uranio,il carbone,ed altri elementi non riproducibili,si deve incominciare ad non alzare i prezzi su queste energie rinnovabili,che possono allungare la vita al pianeta ed a noi.
Ovviamente,queste energie potrebbero evitate guerre per il petrolio,che si cerca di sostituire con altre forme,per evitare,che come la situazione libica,paesi o movimenti terroristici ,influirebbero sull'economia globale.
Si deve stare attenti a ridistribuire le ricchezze in modo omogeneo,non come adesso,piu ai ricchi,meno ai poveri.
A livello globale si può fare tanto,ma noi cittadini,che possiamo fare?
I 10 gesti da fare a lavoro...
1. Stampate e fotocopiate sia su carta riciclata che nell’impostazione
fronte - retro, promuovendo la raccolta in contenitori speciali per stampare
o scrivere bozze;
2. Sostituite le vecchie lampadine ad incandescenza con lampade a basso
consumo (Compatte Fluorescenti, CFL), oggi normalmente reperibili in
tutti i negozi;
3. Non tenete lampade accese inutilmente. Nei locali di passaggio o nelle
toilette accendete le lampade solo quando è effettivamente necessario;
4. Pulite regolarmente gli apparecchi di illuminazione: polvere e fumo si depositano
riducendo fino al 20% la quantità di luce normalmente emessa;
5. Quando il riscaldamento è acceso tenete le finestre chiuse ed evitate di
coprire i termosifoni con mobili o tende;
6. Regolate la temperatura dei condizionatori mantenendo una differenza
tra esterno ed interno non superiore ai 5 ˚C;
7. Evitate l’eccessivo riscaldamento dei locali schermando la radiazione solare
diretta (tende, tapparelle, etc.) nelle ore più calde;
8. Mobilità alternativa: adottate modalità di trasporto alternative per gli
spostamenti casa-lavoro (car pooling, cioè la condivisione dell’auto con
altri colleghi che abitano nella stessa zona). Questa soluzione permette
di avere molti vantaggi, sia in termini economici che di socializzazione;
9. Nell’utilizzo di dispositivi elettrici scegliete la modalità risparmio di energia
ed evitate lo stand-by collegando tutti gli apparecchi ad una presa
multipla e spegnendo l’interruttore della presa quando non li utilizzate;
10. Usate correttamente l’aria condizionata in auto: spegnete l’aria condizionata
un po’ prima di terminare il viaggio, risparmierete carburante e
limiterete lo sbalzo termico dannoso per la salute.
25
progetto grafico: Francesco Maria Copernico
... E a casa
1. Riscaldate la casa ad una temperatura non superiore ai 20 ˚C e fate
installare valvole termostatiche sui termosifoni: essi consentono una regolazione
del calore adeguata in ogni stanza;
2. Fate controllare periodicamente la caldaia. Una regolazione efficiente
del bruciatore riduce i consumi e le emissioni;
3. Isolate i cassonetti degli avvolgibili e applicate le guarnizioni al profilo
delle finestre in modo da limitare gli spifferi in casa ed evitare un inutile
spreco di energia;
4. Applicate ai rubinetti di lavandini e docce i rompigetto ed i regolatori
di flusso;
5. Preferite la doccia al bagno e non lasciate scorrere l’acqua inutilmente
(ad esempio chiudendo il rubinetto mentre vi lavate i denti);
6. Regolate il termostato dello scaldabagno su temperature intermedie (non
superiori ai 55 ˚C) e non tenetelo acceso se non ne fate un uso continuo;
7. Scegliete elettrodomestici a basso consumo (classe A o superiore), che consentono
consistenti risparmi energetici ed economici nel lungo periodo;
8. Utilizzate la lavatrice solo a pieno carico e selezionate temperature basse
per il lavaggio (40-60 ˚C);
9. Avviate la lavastoviglie solo a pieno carico (in ogni lavaggio i consumi di
elettricità, di acqua e di detersivo sono gli stessi indipendentemente dal
carico) ed evitate la fase di asciugatura;
10. Non lasciate le porte di frigoriferi e congelatori aperte più del necessario;
sbrinate regolarmente il congelatore: uno strato di brina superiore ai
5 mm funziona da isolante e fa aumentare i consumi.
Ultime considerazioni: A volte i soldi,gli interessi personali superano l'equilibrio ambientale,come gli edifici in terreni non idonei,la caccia ad animali importanti per gli ecosistemi,l'eccessivo uso di energia,ecc...,dobbiamo imparare assieme ad vivere con l'ambiente circostante,senza fregarci di chi ci sta attorno. o se no ,i Maya,tra date vere o che,hanno ragione che il mondo intero è in pericolo.
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